sabato 28 novembre 2009

TAKE BACK THE NIGHT

Dopo anni di politiche sempre più restrittive per la libertà di tutti ma soprattutto di tutte, abbiamo pensato di dover ribadire cosa vuol dire sicurezza per noi. Nell´immaginario comune, la notte è sempre stata associata all'insicurezza, alla violenza, alla paura e col tempo noi stesse abbiamo imparato a introiettare l´idea del pericolo del mondo esterno.  

Con i "loro" mezzi di comunicazione assordanti vogliono inculcarci l´idea del terrore della vita che troviamo fuori dalla casa (italiana), sinonimo di protezione e sicurezza. Non ci rinchiuderanno nella prigione delle mura domestiche per far godere l´uomo padr(on)e e marito,  attraverso il controllo sul corpo e sulla libertà delle donne. Non presteremo i nostri corpi per giustificare le politiche sicuritarie e razziste di questo paese ormai alla frutta.

Siamo pronte a uscire nelle strade a ridosso del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per ribadire che la sicurezza non è data da piu’ telecamere né dall’emarginazione,  detenzione ed espulsione degli immigrati e delle immigrate, ma dalla nostra libertà e autodeterminazione dentro e fuori casa.  

Vogliamo vivere le nostre strade anche di notte e vogliamo che sia questo a farci sentire sicure. Vogliamo non sentirci mai da sole. Vogliamo dire questo da donne alle donne, alle lesbiche, alle trans, ai gay perché non è sicurezza una città militarizzata, non è sicurezza una città fatta di ronde e lame, perché la nostra arma è la solidarietà.  

Questa crisi tanto temuta e così poco ammessa viene sfruttata per restringere le libertà acquisite in anni di lotte: i respingimenti in mare dei migranti, come quelli delle donne nelle case, la negazione del diritto al dissenso, la distruzione della scuola pubblica, la svalutazione delle donne su tutti i fronti, specie in campo lavorativo. Infatti precarietà o pratica delle dimissioni in bianco restano problemi per lo piu’ femminili, impedendo alle donne, che vogliano sfuggire a situazioni di violenza in famiglia, di farlo. Nessuno si chiede perché i famosi assenteisti di Brunetta fossero in maggioranza donne, dato che su di loro ricade tutto il peso di un welfare sempre meno efficiente.  

Tutto questo accade mentre la Chiesa continua a proporre un modello familiare in cui la donna conservi il ruolo di incubatrice e balia, mentre la società diventa sempre più fascista, ribadendo, tra gli altri, il vecchio schema della donna o santa o puttana. Così la violenza è palese solo quando a compierla è il tossico, l'immigrato o il rom e si arriva a giustificare l´ubriachezza dei "bravi ragazzi", che agiscono per soddisfare bisogni dovuti, mentre lo stesso comportamento rende la donna un´incosciente che "se l´è cercata".  

Ma in tutti questi casi non si indaga la violenza alle radici, la giustificazione è sempre la devianza, mentre noi sappiamo bene che la violenza è diffusa e propagandata dai media e dalla cultura. Si sistematizza una violenza più subdola, in un paese in cui escort e prostitute sono messe alla berlina, umiliando e denigrando la donna attraverso comportamenti di certi personaggi politici che vengono imposti come modello vincente.  

*E tra l´affanno dei giornali e dei politici preoccupati, anche noi vogliamo dire la nostra.*  

*Invitiamo donne, puttane, comunità glbtq, migranti e rom, gruppi e collettivi femministi e tutti coloro che vogliono riprendersi la notte a partecipare alla manifestazione del 21 novembre.*






 




comunicato take back the night per brenda

Roma - 20 novembre 2009

Stanotte a Roma una delle transessuali legate al caso Marrazzo è stata trovata morta, il cadavere bruciato.
Brenda era una delle tante sex workers che giorno e notte lavorano nell'illegalità, sfruttate ed umiliate, da un sistema omofobo, transfobico e repressivo.
Ogni giorno donne, lesbiche, omosessuali, transessuali, migranti vivono un'esistenza di marginalità e precarietà, nelle strade invase da ronde e picchiatori, diventano visibili solo quando salgono alla ribalta dei fatti di cronaca nera, picchiate, violentate, uccise.
Oggi 20 novembre, nella giornata mondiale in ricordo delle vittime di transfobia, un'ennesimo nome va aggiunto a questa lista: chiediamo che sia fatta luce su questa morte legata a doppio filo alla politica del potere, dei favori, delle mazzette. Vogliamo giustizia per Brenda.
Domani saremo in piazza: donne, lesbiche, migranti, transessuali in un corteo notturno per le strade di Roma, per riprenderci la notte, per affermare l'autodeterminazione dei nostri corpi, le strade della nostra città.
Verità e Giustizia per Brenda.
Take Back The Night!

21 novembre, Piazza Vittorio ore 18.30





Dopo anni di politiche sempre  più restrittive per la libertà di tutti ma soprattutto di tutte, culminate  con l'approvazione dei vari pacchetti sicurezza, abbiamo pensato  di dover ribadire cosa vuol dire sicurezza per noi e l'abbiamo fatto  sabato 21 novembre con una manifestazione notturna di donne, lesbiche  e trans: take back the night! Riprendiamoci la notte! 

Siamo scese in piazza per ribaltare  l´immaginario comune, che vede la notte associata all'insicurezza,  alla violenza, alla paura , tanto che col tempo noi stesse abbiamo imparato  a introiettare l´idea del pericolo del mondo esterno.

Take back the night è un percorso  autorganizzato che ha deciso di non limitarsi alla costruzione di sabato  21, ma è andato avanti sostenendo il presidio di femministe e lesbiche  sotto al CIE di ponte Galeria. Crediamo infatti che sia inaccettabile  che lo stato italiano in nome di una presunta sicurezza delle donne  (italiane) rinchiuda i migranti in delle struttre in cui sono proprio  le donne (migranti)le prime a subire violenza. Le coraggiose che come  Joy ed Hellen denunciano i tentativi di stupro ad opera dei loro carcerieri,  subiscono poi ritorsioni e minacce.

 E anche oggi, 28 novembre,  in occasione della manifestazione nazionale contro la violenza sulle  donne, torniamo in piazza a ribadire che la nostra sicurezza non è  fatta di telecamere, polizia o caccia al migrante, ma che passa per  l'autodeterminazione e la libertà di scelta, dentro e fuori le mura  domestiche.

Crediamo  che l'unica risposta possibile agli attacchi che stiamo subendo sia  l'autorganizzazione delle donne, in percorsi che riportino al centro  i nostri bisogni, le nostre rivendicazioni, il nostro protagonismo.




giovedì 19 novembre 2009



*Pillola RU486*
_ Assemblea cittadina _
13 novembre 2009 ore 17
@ GRANDE COCOMERO @
via dei Sabelli 88/a
LIBERE DI SCEGLIERE!!

RU486

LA PILLOLA ABORTIVA RU486
 
     COSA NON è
La pillola abortiva RU486 NON è la pillola del giorno. La pillola del giorno dopo viene assunta entro 72 ore dal rapporto a rischio, agisce prima della fecondazione dell’ovulo ed è un anticoncezionale d’emergenza, quindi prima si assume, più fa effetto.

    COSA è LA RU486
È un farmaco che permette di abortire senza sottoporsi ad aborto chirurgico. Ha avuto il via libera dall’ Agenzia Italiana del Farmaco nel luglio 2009 per essere commercializzato in Italia, come già in altri paesi d’ Europa succede da circa 20 anni.

    COME AGISCE
Si assume sottoforma di pillola entro la settima settimana (49giorni) dall’inizio dell’ultima mestruazione. Impedisce lo sviluppo dell’embrione che viene espulso come avviene durante una mestruazione. Per favorire l’espulsione, si può somministrare anche un altro farmaco, che stimola le contrazioni dell’utero.

   QUALI VANTAGGI OFFRE
La donna è libera di scegliere un’altra via diversa dall’aborto chirurgico che è molto più invasivo e presenta maggiori rischi (tra cui la sterilità).
Permette l’interruzione volontaria di gravidanza (aborto) anche quando l’aborto chirurgico non può essere praticato.
È meno costoso e più accessibile a tutte le donne.
È efficace nel 95% dei casi.
 
LE MALEFICHE SI RIUNISCONO VENERDì 06/11 ALLE ORE 15 IN AULA STUDENT* NELLA FACOLTà DI GIURISPRUDENZA